
Davanti alla Prefettura di Padova, al centro dell’omonima piazza, si erge la celebre Tomba di Antenore, il leggendario eroe troiano che secondo Virgilio fondò la città nel 1184 a.C.
Nell’Iliade di Omero, Antenore viene descritto come un vecchio eminente e saggio troiano che implora i suoi concittadini affinché restituiscano Elena al marito, Menelao, per scongiurare il conflitto con gli Achei. Tale richiesta resterà inascoltata, per il prevalere del partito favorevole alla guerra, riunitosi intorno all’altro consigliere di Priamo, Antimaco.
Virgilio, nell’Eneide, racconta di come Antenore, dopo la distruzione di Troia, sarebbe giunto nel nord Italia con la moglie, i figli e un gruppo di troiani superstiti, e avrebbe fondato Antenorea, denominata in seguito Patavium, oggi Padova, dove poi morì.
Anche lo storico romano Tito Livio, originario proprio di Padova, nel suo monumentale capolavoro “Ab Urbe Condita” avvalora la storia della fondazione di Padova da parte di Antenore.

Nel 1274, durante degli scavi in contrada San Biagio per la costruzione del ponte di San Lorenzo (quello che oggi si può vedere nel sottopassaggio della riviera dei Ponti Romani, tra l’Università e la Prefettura) fu rinvenuta un’arca marmorea, che conteneva una duplice bara di cipresso e piombo con all’interno una spada (donata nel 1334 ad Alberto della Scala, Signore di Verona), due vasi di monete d’oro e lo scheletro di un cavaliere. Si trattava certamente di un personaggio illustre e per l’occasione fu consultato il notaio e poeta preumanista padovano Lovato de Lovati, esperto di letteratura classica e archeologia, il quale decretò che i resti appartenevano proprio ad Antenore. Il Comune non ci pensò due volte ad allinearsi e cavalcare la sensazionale scoperta. Reale convinzione o brillante strategia di marketing territoriale, come la definiremmo oggi? Più probabile la seconda opzione. La Padova di quegli anni era infatti una città in forte crescita e rinnovamento politico, economico e sociale e uno “sponsor” del livello di Antenore, per dotarsi di un mito, di un’immagine accattivante, di una leggenda da raccontare, non poteva che contribuire alla sua grandezza.
La tomba fu più volte spostata nel corso dei secoli, in seguito alle trasformazioni della zona, e ritrovò la sua originaria collocazione nel 1937, quando la demolizione della Chiesa di San Lorenzo portò alla creazione dell’attuale Piazza Antenore.

Nel 1985 il sarcofago venne riaperto per effettuare lavori di restauro: in questa occasione un’analisi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Tuxon, in Arizona, sentenziò che i resti erano databili tra il III ed il IV secolo d.C. escludendo così la possibilità che appartenessero al leggendario principe troiano. I resti appartenevano probabilmente ad un ricco guerriero germanico o ungherese ucciso in battaglia.