Nessuna pietà, nessun rimorso. Dal suo letto d’ospedale, Sayfullo Saipov, l’attentatore islamico di New York, si sente vincitore. Neanche una parola di rammarico per le 8 vittime che ha falciato martedì pomeriggio, per i 15 feriti, per il dolore che ha causato a tante famiglie. Il suo unico dispiacere è di non aver fatto ancora più morti. “Ho pianificato l’attacco per mesi secondo le istruzioni dell’Isis, in nome del quale ho agito”. Che altro deve accadere prima che noi occidentali comprendiamo che non si tratta di squilibrati qualunque ma di lucidi e spietati assassini che ci massacrano ottemperando letteralmente ed integralmente a quanto prescritto nel Corano? Le nostre città sono blindate, viviamo costantemente nella paura di nuovi attentati e nonostante questo non reagiamo, non combattiamo. Quando avremo l’onestà intellettuale ed il coraggio di ammettere che Oriana Fallaci aveva ragione, che non si può separare il terrorismo islamico dalla religione che lo genera, che l’islam è incompatibile con la nostra civiltà?
“VOLEVO UCCIDERE ANCORA”

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